mercoledì 17 febbraio 2016

"Dalla parte della legalità” 15 febbraio 2016



Gli alunni della terza C dell'ICSpoltore hanno partecipato all'incontro sul tema "Dalla parte della legalità" all'Aurum di Pescara .La città ha accolto uno dei più noti magistrati antimafia, Nino Di Matteo, che alle ore 10.30 ha ricevuto la cittadinanza onoraria di diversi comuni abruzzesi  tra cui Spoltore con la presenza del Sindaco Luciano Di Lorito.
      
                                   


          «Ragazzi, fatevi portatori di un sogno: la lotta alla mafia deve partire da voi. Fate           voi le  lezioni di   legalità». Con queste parole, il magistrato NINO DI MATTEO ha               infiammato la  platea di studenti  intervenuti.

           Ph. Vd : Egizi
           
              https://youtu.be/dN6UOR_KXS0







sabato 13 febbraio 2016

PROGETTO RUGBY- ERASMUS PLUS




     Nella mattinata del 13 febbraio 2016 nel Centro sportivo dei Gesuiti  di Pescara ,si è svolto il torneo di rugby con i ragazzi del Belgio, di Citta Santangelo e  di Silvi. I ragazzi belgi ,accompagnati dai loro allenatori,sono stati ospitati da alcune famiglie della nostra scuola, nell'ambito del progetto Erasmus plus.
I ragazzi  dell'IC Spoltore: Emanuele  Insolia capitano, Michal Rekas vice capitano,Enrico Pace, Alessandro Chiavarioli, Filippo  Guarnieri, Christian Della Marra, Erik Di Mascio ,Alessandro De Castro , Elena Colazzilli,Matteo Blasioletti,Marcoantonio Maurizio,Martina Fagnani,Simone Roganti,A.Camerlengo,Francesco Di Pietro,Ovidio,e Alice Passeri .hanno vinto due partite su tre con i seguenti risultati:
       Belgi que-ICSpoltore.                    4 a  2
       Citta Santangelo -ICSpoltore.        1 a  4
       Silvi - ICSpoltore                           1 a  3



                 Fotogallery




















martedì 9 febbraio 2016

Safer Internet Day -

             
                                           

                                            

Selezione di alcuni link e articoli dai quotidiani sui rischi della rete.

http://www.generazioniconnesse.it/

http://www.repubblica.it/tecnologia/sicurezza/2016/02/08/news/un_ragazzo_su_10_cyberbullo_per_scherzo-133013412/?refresh_ce

http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/safer-internet-day-iniziative-e-consigli-per-la-sicurezza-informatica-bb9f5702-4001-44ce-ab07-3d9905eade25.html?refresh_ce



Corriere della Sera - 09 febbraio 2016 - pagina 1

Bullismo e web, le parole da cancellare

Oggi la giornata contro i rischi della Rete. Storie e confessioni di adolescenti e adulti
di Ivan Cotroneo


V ittime del bullismo. Soprattutto su Internet. Giovani che provano il disagio di essere sbeffeggiati, emarginati, di vivere un continuo incubo. Oggi, nel «Safer Internet Day», è giusto riflettere sui rischi che corrono gli adolescenti insultati o disprezzati dalla Rete. Vittime di chi si nasconde dietro l’anonimato. Eppure bisogna fare qualcosa e tocca in primis agli adulti dare il buon esempio.
«c ome mai vuoi partecipare a questo film?» veniva chiesto agli adolescenti che poco più di un anno fa si presentavano ai casting aperti per «Un bacio», il film che stavo per girare. «Perché so che parla di bullismo.» È stata una delle risposte più frequenti, più delle risposte legate alla voglia di fare un’esperienza diversa, al desiderio di diventare popolari, alla passione per il cinema o la recitazione.
Degli oltre 1500 ragazze e ragazzi che ho incontrato, molti, moltissimi avevano una storia da raccontare, una storia di soprusi subita anni prima, o una vecchia vicenda di bullismo a cui avevano assistito ma nella quale non avevano avuto il coraggio di intervenire. Volevano parlare, raccontarsi, perché ovviamente il peso di questa emergenza è avvertito in primo luogo dai ragazzi, che si avviano ogni giorno verso scuola, dove troveranno un ambiente che può essere la culla della loro formazione, o lo scenario dei loro incubi.
L’utilizzo di Internet, dei social, delle app di messaggi, se talvolta permette scambi veloci e anche a volte salvifici (i ragazzi, come tutti, scrivono confessioni che non hanno il coraggio di dire a voce), altre volte si trasforma in un muro dell’odio dove ciascuno vigliaccamente può scrivere insulti, dare etichette, postare foto e filmati. E quando hai quell’età, la piccola comunità che ti bullizza è il mondo, l’insulto che ti viene affibbiato è la Verità, e non sembra esserci via d’uscita. Oggi, a guardare indietro, sono circa sei anni che mi occupo di questo tema, dall’uscita del racconto «Un bacio», che prende vagamente spunto dall’omicidio Larry King in California.
Sono andato nelle scuole superiori a presentare il racconto, ho scelto di farlo diventare un film e ho riscritto la storia con Monica Rametta, per inserire un personaggio femminile, una ragazzina sedicenne, Blu, che subisce un diverso tipo di bullismo. Perché gli insulti che più frequentemente si leggono sui muri delle scuole ridicolizzano più di tutto due cose: l’orientamento sessuale delle persone, e la possibilità per le ragazze di condurre una vita sessuale libera senza essere stigmatizzate. Mentre scrivevo, conoscevo ragazzi e ragazze, tenevo con loro incontri nelle scuole, davo il mio contributo all’iniziativa «Le cose cambiano», partecipavo a corsi contro il bullismo, incrociando il mio cammino con quello delle associazioni Glbt che da anni sono impegnate nelle scuole, insegnando di fatto una materia che ai miei tempi era argomento di studio: la cara educazione civica.
Ho visto centinaia di lavori realizzati dagli studenti coinvolti in queste iniziative: ricerche, temi, fotografie, manifesti, video contro l’omofobia in cui il racconto dell’insulto, del muro sporco, del banco su cui puoi vigliaccamente offendere, della violenza che parte dalle parole e diventa fisica, erano già presenti, così come il desiderio dei ragazzi di cancellare con una pennellata la parola che ti ferisce e ti definisce, come succedeva in un video realizzato dagli studenti di una scuola di Roma, l’Armellini, e come succede nel videoclip che abbiamo realizzato con Mika per Hurts. Oggi, Safer Internet Day, giornata in cui dovremmo pensare ai rischi del web e alle possibilità di contenerli, dobbiamo credo ricordarci che sono proprio i ragazzi che ci chiedono di essere aiutati, anche quando — come spesso fanno gli adolescenti — rimangono in silenzio. La lotta contro il bullismo, non solo omofobico, è una lotta di civiltà.
Significa dare l’esempio concreto ai ragazzi che le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale, sui comportamenti, sul colore della pelle, sull’apparenza, i nsomma tutte le discriminazioni, non hanno motivo di esistere. Sono ridicole, retrograde, oscurantiste. Ma i bulli non nascono bulli, si formano in un ambiente in cui il disprezzo per alcune persone è non solo permesso, ma incoraggiato. I bulli crescono e proliferano in un mondo in cui le parole che indicano un orientamento sessuale non sono parole neutre, ma sono di fatto insulti. I bulli diventano più forti in un mondo in cui i politici, invece di preoccuparsi dei diritti e del benessere delle persone tutte, scendono in campo a delirare su cosa sarebbe naturale e cosa non lo è. Ho davanti agli occhi le immagini di una piazza recente in cui tante persone reggevano un cartello che raffigurava due sagome femminili e due sagome maschili, e sotto la scritta recitava: «Sbagliato».
E mi chiedo se, al di là del dibattito civile su un disegno di legge, le persone che reggevano quei cartelli hanno pensato alla possibilità che un adolescente omosessuale vedesse quel cartello che lo definiva «sbagliato», che definiva «sbagliata» la sua affettività e il suo orientamento sessuale.
Mi domando se le persone che reggevano quel cartello si sono accorte che definendo arbitrariamente cioè che è giusto e ciò che è sbagliato, sottraevano speranza, e incoraggiavano di fatto il disprezzo.
Oggi è una giornata di riflessione. Come dice Mika nella intervista che abbiamo realizzato insieme a margine del videoclip di «Hurts», una buona regola sarebbe scrivere su Internet solo quello che si può sostenere mettendoci la faccia.
Io aggiungo che una buona regola è — come sempre e banalmente — mettersi dalla parte degli altri. Guardare dove si trovano e come possono sentirsi grazie alle nostre parole, ai concetti che esprimiamo, alle bandiere che alziamo. Vorremmo essere al loro posto? Vorremmo essere lì a leggere quegli insulti o vedere quei cartelli? Se non vorremmo essere lì, ecco, questo è un buon motivo, e oggi è un buon giorno per iniziare a cancellare tutto quello che ci divide, e a scrivere parole nuove.
Parole belle, come per esempio queste. Rispetto. Amicizia. Inclusione.
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